lettere dalla missione

 Pucallpa 19/12/2021

Carissimi amici, benefattori e volontari di buona volontà,

si avvicina il Santo Natale e l’inizio del 2022 e come ogni anno voglio farvi sentire il mio bene, la stima e la grande riconoscenza  che ho nei vostri confronti. Una riconoscenza che sarebbe giusto esprimervi almeno una volta alla settimana e non con una lettera a fine anno!

Ringrazio il Signore di non essermi ancora abituato a ricevere ogni mese le donazioni frutto dei vostri sacrifici, ma di stupirmi ogni volta che riesco a coprire tutte le spese e a poter dire ancora dei SI (anche in epoca di pandemia), di poter mandare a studiare dei miei parrocchiani delle Case di don Bosco e mantenerli per 5 anni o di poter accogliere altri bambini nella casa Barcoiris.

La fedeltà di ognuno di voi mi ha permesso quest’anno di poter vedere con più chiarezza alcuni piccoli frutti (o segni positivi) di ciò che è stato seminato da quasi 13 anni. Frutti e segni che mi danno speranza e voglio condividere con voi come regalo da darvi. 

I primi frutti sono alcuni bambini che ho preparato alla Prima Confessione e Comunione quest’anno, che avevo benedetto quando ancora erano nel grembo della loro madre, che ho battezzato da neonati ed ho visto crescere domenica dopo domenica in parrocchia, tra i banchi della chiesa.

Un’altra gioia è vedere ragazzi e ragazze che han fatto oratorio e ricevuto i sacramenti, entrare nella marina, nella polizia, altri aiutati da noi stanno facendo i professori e sono buoni educatori, altri sono entrati quest’anno all’università con il desiderio di migliorare la società e non con il chiodo fisso di avere un titolo di studio per far carriera e guadagnare soldi (un ritornello che sentono da ogni parte).

Vedo come il cammino fatto in questi anni da tanti ragazzi non è stato inutile, anche se la maggior parte di loro non partecipa più alle attività della parrocchia. I sacramenti che hanno ricevuto hanno lasciato in loro un segno indelebile e paradossalmente, anche chi si è perso nel mondo della droga, quando decidono di chiedere aiuto e riprendere in mano la loro vita hanno una marcia in più per potercela fare… in fondo sanno di essere importanti per Dio e che c’è sempre chi li aiuta, parchè hanno ricevuto la Buona Notizia.

Un altro frutto bello è l’armonia che si è creata nella cooperativa degli Artisanos don Bosco, gli artisti del legno sempre più apprezzati a Pucallpa per il loro lavoro. Pur essendo oramai una quindicina non sono mai rimasti senza richieste di lavoro grazie al loro impegno ma anche alla dedizione e capacità di Gabriele. Non sono tanto fedeli alla Santa Messa ma sono costanti e lavorano sodo nell’impegno del lavoro gratuito del sabato mattina.

Il fiore all’occhiello profumato che mi riempie sempre di stupore e gioia (insieme ad una costante preoccupazione) è la casa Barcoiris, in cui quest’anno in maniera particolare si respira un clima di famiglia, tra i 23 minorenni accolti, la responsabile Maria Lucy, la segretaria, la psicologa, l’assistente sociale, le “mamme sostitute”, le donne delle pulizie, ecc. Capita spesso che le persone che visitano i bambini sottolineano il fatto che li vedono felici e non sembrano che vivano in un orfanotrofio…

Quale sarà il segreto? Io credo che: Suly (17 anni) con sua figlia Tiziana (4 anni), Mercy (17 anni) con sua figlia Fatima (2 anni), Margarita (14 anni) con suo figlio Josè (1 anno), Leonilda (17 anni), Bethzy (17 anni), Emerson (13 anni), Daniel (12 anni? Senza documenti…), Josè Antonio (12 anni), Cielito (11 anni) con suo fratellino Humberto (9 anni), Romina (5 anni) con sua sorella Nataly (4 anni), Alexia (1 anno), Asucena Bertha (6 mesi), Dixon (6 mesi), Angel Gabriel (3 mesi) e Chuno, disabile che vive in parrocchia, sono sereni e felici perché si sentono trattati come figli e non come “casi” o numeri per le statistiche, ma anche perché sono coperti dalle vostre preghiere, dalle preghiere dal cielo di padre Ugo, di Nadia, di don Alessandro, di don Roberto, di Giulio, padre Daniele, padre Giorgio… Mons. Ivo, madre Flavia. 

Sono coperti e protetti anche dalla vostra fatica costante, anno dopo anno, di tutti voi che lavorate gratuitamente al mercatino, che regalate e raccogliete viveri, che svuotate i cassonetti degli stracci, che preparate ravioli, che fate lavoretti e bancarelle o che donate parte dei vostri risparmi.

Sarebbe bello potervi scrivere di ognuno di questi bambini e di quelli più poveri che vivono vicino alla parrocchia, mi limito a dirvi che con il nostro aiuto, cioè il vostro, tutti migliorano sotto ogni aspetto, restando poi con tanti difetti… Spesso ci è naturale giudicare le persone, i poveri, senza però considerale i traumi che hanno avuto ancora prima di nascere, nutrendosi di problemi già dal cordone ombelicale, senza considerare il vuoto che hanno sofferto per la carenza di amore, cibo e calore, per la mancanza di valori ed educazione. Così ci sentiamo migliori, superiori… Per questo Gesù è venuto nel mondo: “Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” (1 lettera di San Giovanni 3,8)… Dio si è fatto uomo 2021 anni fa proprio per distruggere i nostri schemi e dirà chiaramente che gli ultimi saranno i primi nella graduatoria del cielo.

Ad esempio, se io vedo la mia vita, sono nato pieno d’amore in una bella famiglia, con bravi amici, una bella comunità, un bel paese, una buona scuola, ecc… anche se sono missionario non ho fatto tanti progressi dalla mia situazione iniziale paragonandomi a tante persone che ho conosciuto qui, nate in situazioni terribili che, con l’aiuto del Signore e di persone buone sono migliorate tanto, facendo tanti sforzi.

Il vecchio Simeone disse a Giuseppe e Maria del bambino Gesù: “… è segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Anche i poveri e i bambini indesiderati sono segni di contraddizione, c’è chi è deciso ad abbandonarli e chi è deciso ad accoglierli.

Quando a fine luglio ci chiesero di accogliere Dixon nella casa Barcoiris, ho chiesto il parere di Maria Lucy e Giovanna, perché ci avevano detto che era positivo all’AIDS, come la mamma di 19 anni che lo aveva lasciato in ospedale. Senza dubitare mi han detto che l’avrebbero curato con tutte le precauzioni. Una decisione così svela i pensieri del cuore, decise nell’accogliere!

Il bambino dopo il trattamento di protocollo è sempre risultato negativo ad ogni controllo e oramai dicono che la possibilità che sia sieropositivo sono ridotte dello zero virgola per cento. È una gioia vederlo crescere sano, buono e coccolato da tutti, con i suoi bellissimi occhi verdi di varie tonalità.

Guadalupe e Maria Nieves passeranno invece questo Natale con le loro famiglie adottive a Lima, così anche Milton nella famiglia che lo ha accolto per 3 anni in affido.

Quest’anno poi abbiamo la grande grazia di avere in parrocchia una ragazza dell’OMG venuta per regalare 6 mesi ai poveri, Miriam di 22 anni del Trentino che sta studiando per diventare maestra, è un grande aiuto, lascerà un vuoto quando tornerà in Italia. Uno dei primi commenti che mi aveva fatto era stato: “Sono proprio stata fortunata nella mia vita!”. Si sta prendendo a cuore i bambini di Barcoiris ed alcuni poveri in particolare; sta già pensando a come aiutare quando tornerà in Italia.

L’augurio per tutti è che possiate sentire la vera pace e la vera gioia che viene dal Signore, non quella del mondo che sono come l’euforia passeggera di un bellissimo gol poi annullato dal VAR…

Dio vi benedica, vi riempia di pace, saggezza e fortezza.

Grazie, grazie e ancora grazie.

Vostro,  padre Massimo

P.S [Nota politico-polemica]: se vi ricordate ad inizio anno con il Vescovo siamo andati a chiedere aiuto per la casa Barcoiris al presidente regionale, e ci disse che nel 2022 forse ci avrebbe aiutato, così potevate riposare un poco… ma in questi giorni l’hanno arrestato con 15 collaboratori. In più per la sua cattiva gestione ci deve ancora pagare tutto il lavoro che i nostri ragazzi hanno fatto per l’ospedale nuovo di Pucallpa… altro che ricevere gli aiuti… dobbiamo portargli le arance in carcere.

Lima, 27/11/2020

Carissimi, vi scrivo di Angel, così che in questo Avvento possiate ricordarlo e pregare per lui, oltre che concretamente fare qualcosa per aiutarlo.

Ho conosciuto Angel 3 settimane fa; vi spiego come. Una mattina sento suonare il campanello della parrocchia e dopo poco

mi vengono a chiamare dicendomi che una signora chiede aiuto per suo figlio malato. Gli dico di dargli la colazione e appena mi libero  vado ad ascoltare. Arrivo alla sala dove mangiamo e mi trovo seduti una vecchietta minuta e preoccupata con a fianco una signora sui quarant’anni che guarda il pavimento, con un bambino in braccio, pieno di croste in testa, spento, con la pelle molto secca, magro e sofferente.

Prima ancora di capire e di chiedere la loro storia dico subito a Giovanna di correre dal nostro amico e buon pediatra doctor Diaz perché veda subito il bambino. Dopo poche ore mi chiama Giovanna e mi dice che il bambino è molto grave, con una forte denutrizione e con la pellagra di terzo grado. Mancano pochi giorni a compiere un anno e pesa solo 6,2 kg!

Il dottore sconsiglia di ricoverarlo all’ospedale regionale di Pucallpa perché stanno morendo tanti bambini nel reparto di  pediatria infantile per le infezioni e la confusione. Ci consiglia di tenerlo in parrocchia e di portarlo da lui ogni giorno per le cure e i controlli.

Grazie a Dio ogni giorno è migliorato un poco, “sorvegliando” la mamma giorno e notte. Perché Angel è arrivato a queste condizioni pietose? Perché la mamma Bianca lo ha avuto come sesto figlio, senza papà. Ha avuto sei figli, tutti frutto del lavoro più vecchio del mondo. Il sospetto mi era venuto nel vedere lo sguardo sul pavimento di Bianca e la sua incapacità di chiedere aiuto; se non fosse stato per la nonna che ha dato il suo cognome a 4 dei 6 nipoti.

Chi sarà il papà di Angel? Non lo so e non ci tengo neanche a saperlo… lo vedo spesso come un lusso sapere chi è il vero papà biologico qui a Pucallpa. Ciò che mi interessa è che sta meglio e ogni giorno aumenta un poco di peso, non è più così spento e la mamma non guarda più il pavimento ma è felice del miglioramento del figlio e momentaneamente è in pausa dal lavoro grazie all’aiuto che le stiamo dando. Ma ancor di più mi interessa che domenica scorsa (22-11-2020) ha avuto in regalo un papà infinitamente buono ed eterno con il Santo Battesimo ed ora il suo nome è scritto nel cielo. È nostro fratello, non è solo un ammasso di cellule, ora è amato, è eterno.

Vi mando le foto di quando non stava bene, spero di mandarvene altre di quando sarà totalmente recuperato.

Vi auguro un buon Avvento, sempre con la preoccupazione per i poveri che ci tengono svegli e attenti al Padrone che ritorna… non sia che ci trovi addormentati! Aiutiamoci.

Con tanta stima e bene,

vostro p. Massimo


Pucallpa 21/09/2020
Carissimi amici del mercatino e benefattori,
vi saluto e vi benedico ad uno ad uno con tanta gratitudine e stupore per la vostra costanza e fedeltà di questi anni. Ho saputo da Iulia che vi trovate domani per l’assemblea annuale dei soci, così vi accompagno con alcune riflessioni e aggiornandovi di come vanno qui le cose. Avrei voluto scrivervi prima ma non sono proprio riuscito. In effetti anche gli anni passati ho scritto poco, ma questo periodo è stato duro, dormendo con un occhio aperto ed uno chiuso, analizzando ogni starnuto o colpo di tosse. Le persone che aiutano qui in parrocchia sono sempre le stesse, così che si accumula stanchezza sopra stanchezza, fino ad arrivare ad essere un po’ tutti “stanchi morti”. Però noi che abbiamo avuto in regalo la fede in Gesù sappiamo che solo accettando di morire ogni giorno per amore arriveremo alla meta della Risurrezione; così l’essere “stanchi morti” è solo la rincorsa per correre più spediti verso l’essere “beati risorti”.
So bene che quello che vi scrivo non è alla moda e non è al passo con i tempi, ma caricarsi dei pesi e delle responsabilità per il bene del prossimo, soprattutto i più piccoli e deboli, l’essere coerenti e costanti nell’amore è un dovere… anzi il principale dei nostri doveri. Un dovere che a volte dovremmo allontanare, una croce che a volte ci sfianca e ci fa cadere per mancanza di forze umane, ma è solo nel compiere fino in fondo il nostro dovere, confidando nella forza di Dio che ci possiamo realizzare come figli di Dio, non inventando diritti inesistenti a scapito di altri. Il diritto di avere una vita comoda e lussuosa per esempio a cosa porta? Porta al fatto che pochi ricchi nel mondo avvelenano la vita di una moltitudine di poveri. Anche Papa Francesco continua a ripeterlo in tutti i modi. Qual è il contrario della comodità? Il rischiare e il rinunciare. Nell’amare, nel donarsi, nel prendersi delle responsabilità c’è sempre qualche rischio e rinuncia…c’è sempre qualcosa da perdere, fino a perdere la propria vita. Gesù è stato chiarissimo: “Chi vuol salvare la propria vita la perderà, chi decide di perdere la propria vita per me la troverà”. Il p. Ugo dopo l’uccisione del Giulio e del p. Daniele ha detto chiaramente ai volontari dell’O.M.G. che se volevano rimanere in missione dovevano essere disposti ad accettare con consapevolezza il rischio di perdere la propria vita per i poveri. Abbiamo anche l’esempio di suor Maria Laura e ora di don Roberto Malgesini e chissà quante persone nel silenzio del loro cuore si donano rischiando ogni giorno, fidandosi solo di Dio.
Io personalmente ho potuto superare i mesi in cui il mercatino era chiuso solo grazie a chi ha rischiato ed ha continuato anche con rinunce ad essere fedele all’amicizia ed ai poveri, inventando con intelligenza qualsiasi attività possibile. Ai bambini ed ai poveri che aiutiamo non è mancato nulla di necessario e questo mi ha commosso e fa crescere in me un costante desiderio di RINGRAZIARVI. Nei momenti più duri e bui si vedono gli amici buoni e fedeli… più è oscuro e più brillano le candele accese.
Anche le persone di Pucallpa che conosco si sono date da fare con generosità. Altre hanno scaricato la croce su altri e, come spesso ripeto, chi non carica la propria croce diventa una croce, un peso per gli altri.
Vi faccio un esempio di chi, in giacca e cravatta, può far danni perché non fa il proprio dovere. L’ultimo bambino di 12 anni che ci hanno chiesto di accogliere è di Atalaya, una provincia collegata con Pucallpa solo con 1 giorno di navigazione sul fiume o 1 ora di aereo. Il giudice ci ha chiesto di prenderlo noi perché non sanno dove mandarlo da quando è scappato di casa perché il papà narcotrafficante lo vuole uccidere. Dopo 20 e più giorni che insistevano, in accordo con il Vescovo, l’avvocato e la direttrice abbiamo deciso di accoglierlo in Barcoiris, nonostante l’emergenza che stiamo vivendo e le difficoltà di gestire giorno e notte i 22 bambini accolti prima di lui. Il giorno in cui doveva arrivare Gabriel Hemerson, poco prima di salire sull’aeroplano, la direttrice mi avvisa che il ragazzino non ha i documenti d’identità… Respiro e chiamo il giudice che ci ha chiesto di accoglierlo e con tono duro gli detto che senza documenti non l’avremmo preso, ricordandogli gli altri casi in cui i bambini dovevano essere sani mentre arrivavano in condizioni pietose, con malattie croniche e con una confusione nei documenti. Si è offeso ma in 2 minuti ha fatto i documenti che in più di 20 giorni non aveva fatto per pigrizia e comodità. Ora il bimbo sta bene e con i documenti in regola. Se io non avessi puntato i piedi? Questo bambino, come altri purtroppo, avrebbe tribulato tutta la vita per avere un’identità in regola.
Un altro esempio. Il Vescovo Martin è molto contento della casa Barcoiris e come tutti noi si sorprende di come i bambini subito si trovino a loro agio, come se ci conoscessero da sempre. La preoccupazione del Vescovo è che restiamo senza fondi, e durante il periodo di chiusura in Italia ha temuto che non arrivassero gli aiuti e come una giusta preoccupazione, come pastore, ha chiesto un appuntamento con il presidente regionale, anche perchè crede non sia giusto che solo gli italiani aiutino questi bambini. Il governatore ci ha ascoltato, ma non ci ha dato neanche un pannolino, nonostante l’emergenza. Io non mi aspettavo niente, perché anche l’orfanotrofio della regione è un disastro e solo riceve fondi per 70 bambini quando ne ospitano più di 100! Nessuno vuol rischiare fra chi governa. Portare la croce… meno ancora.
Io sono stato chiaro con il Vescovo e gli ho detto che a me interessa servire Gesù e non mi interessa di Ponzio Pilato… poi se il Ponzio Pilato di turno vuol aiutare ben venga. La nostra carità non deve dipendere dal politico di turno o dalle mode demagogiche, ma dal bisogno dei più piccoli ed indifesi. Chiedo al Vescovo se Dio è contento che cerchiamo di educare ed amare questi bambini. Se Dio è contento io corro e mi responsabilizzo, sapendo che ci sono buoni amici in Italia che lavorano duro e sono fedeli e costanti.
Pensavo in questo periodo in cui si sentono notizie catastrofiche in tutto il mondo, cosa attira la benedizione di Dio su un villaggio, un paese. Sarà proprio così uguale avere in una determinata zona una fabbrica di armi, una clinica abortiva, un luogo dove si commercializza il corpo umano o si fabbrica e vende droga, piuttosto che avere un luogo dove si prega, si lavora gratis per il bene dei poveri, si accolgono gli orfani e si curano i malati e gli anziani? Sarà tutto uguale? Cosa attirerà di più la benedizione di Dio?
Spesso nel periodo in cui sono stato a Delebio mi sono detto che è un paese benedetto: quanti santi ci sono nel suo cimitero? Non perdiamo tutte queste benedizioni e protezioni dal cielo. Non molliamo fino al momento di stare con Dio per tutta l’eternità, nel Paradiso dove l’amore sarà tutto in tutti.
Spero e desidero che l’associazione “Vado al Massimo” non sia soltanto per mantenere economicamente la missione del padre Massimo o solo un sacrificio da compiere, ma che sia un modo per fare decisi il cammino della Carità, lasciando orme chiare e belle anche per i giovani o per chiunque ci vede e si interroga.
Vorrei raccontarvi ad una ad una la storia delle persone che aiutiamo. Solo vi dico di Cristian, un uomo di 33 anni che mi ha chiesto di accoglierlo in parrocchia con la moglie Violetta che è all’ultima settimana di gravidanza, con la suocera e le due figlie. Non sapeva dove sbattere la testa. Gli avevano offerto un lavoro agricolo che poi si è rivelato un inganno perché invece doveva lavorare nei pozzi di macerazione della coca. È scappato e per far partorire la moglie è venuto in città ma nessuno voleva accoglierlo per il Covid. Ora sono sistemati in una casetta di legno nel terreno della parrocchia. In questi giorni nascerà il bambino, probabilmente dovrà fare il taglio cesareo che costa 500 soles ma grazie a voi riusciamo ad aiutarli.
L’elenco di chi ha bisogno sarebbe lungo ma ci sono casi che proprio commuovono, che fanno stringere il cuore, così si cerca di aiutare assumendo rischi e rinunce. Pregate per il vescovo Martin che proprio oggi compie un anno di ordinazione episcopale; ha rischiato molto prendendo il Dengue emorragico. Anche Chuno ha preso il Dengue e vari ragazzi della cooperativa di falegnami e i vicini… arriverà anche il mio turno visto che sono circondato di zanzare.
Buon cammino!
Uniti nella preghiera, con tanto tanto bene, vostro P.Massimo
P.S. Come mi insegnano i poveri, ogni lettera che si rispetti deve finire chiedendo qualche regalo: ho il sogno di fare mattoni con le bottiglie di plastica usata… qualcuno ha qualche idea se esistono in Italia? Sarebbe una bella fonte di lavoro per tanti poveri e utili perché i mattoni sono sempre più cari. Chissà se tra voi, amici di amici, magari si riesce a fare… qualche ecologista sfegatato, altrimenti chiederò al papa Francesco.
P.P.S. grazie ad un grande supermercato che ci regala le cose in scadenza, l’altro giorno ho mangiato un panettone scaduto e mi son detto: siamo così avanti da mangiare sempre cose scadute! (anche se per noi buonissime).


Pucallpa, 09/12/2018

(22 anni dalla morte di mio papà Giancarlo)

Carissimi e stimati amici, fratelli, compagni di battaglia, come sempre ma soprattutto alla fine dell’anno mi sento in gran debito con ognuno di voi per il bene che mi dimostrate in diversi modi ma fedelmente durante tutto l’anno.  Con questa lettera di Natale non voglio ringraziare tutti, ma ognuno di voi personalmente e dirvi “GRAZIE DI CUORE, TI VOGLIO BENE”, chiamandovi per nome. A proposito di chiamare per nome, mi hanno riferito che all’ufficio anagrafe di Pucallpa, dopo la consegna del pallone d’oro, vari bambini sono stati registrati con il nome Luca Modrich. Il 23 dicembre avrò l’onore di battezzare Ibrahimovic Levandowski, un bambino di 7 mesi. Domani invece, se tutti i documenti dell’ospedale sono pronti, accogliamo nella casa Barcoiris una bimba di poche settimane senza nome: N.N.. Il segretario del giudice venerdì mi ha detto che la bimba è stata trovata su un marciapiede da una signora che l’ha portata subito in ospedale a Yarina in fin di vita perché faceva fatica a respirare. Decideremo un nome e la battezzeremo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Sarà il primo passo per riempire il vuoto di questo N.N. che mi suona tanto come il “nulla” che ha ricevuto questa bimba nei 9 mesi nel ventre e nelle prime settimane di vita, una bambina che solo ha sentito di essere un problema, prima per la mamma, poi per il giudice e l’ospedale. Anche il concepimento del bambino di nome Gesù poteva essere visto come un grande problema, un grande peso per Maria, mentre lei canta pregando la sua gioia. Tutto è cambiato nella storia e nessuna persona è un problema, un peso, da quando con coraggio Maria ha detto “Sì” all’angelo Gabriele che gli ha annunciato: “… Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. Grazie a questa nascita e a questo nome che ci salva gratuitamente, tutti abbiamo la certezza di essere amati in modo unico e particolare da Dio, che ci chiama per nome e che solo desidera che ci realizziamo amando nella libertà, vivendo il regalo della nostra vita in modo autentico, senza scimiottare nessuno, senza maschere, senza copioni prestabiliti, perché ognuno è unico e irripetibile, un’opera d’arte! Per questo è così bello festeggiare il S.Natale e ricordare la Nascita del figlio dell’umile, giovanissima contadina Maria. È festa perché la nascita di Gesù dà senso alla nostra nascita e quello di ogni uomo. Il più grande regalo di Dio è suo figlio; senza di Lui la vita, soprattutto dei poveri, sarebbe una fatica inutile, un peso infernale, uno scherzo di cattivo gusto, un eterno N.N.. Gesù stesso dice a Pilato il motivo per il quale è nato: “… per dare testimonianza alla Verità” (G 18,37) (questa è la frase che abbiamo scritto sopra il presepe nella nostra chiesa). Gesù testimonia la Verità, ciò che esiste veramente, DIO, AMORE infinito ed eterno, più in là del tempo e dello spazio; che è vicino, anzi, che entra nel cuore di chi prende sul serio l’AMORE camminando sull’impronte di Gesù della Verità e Bontà, come sempre ha insegnato il grande padre Ugo, che fino all’ultimo ha avuto paura delle bugie e consigliava a tutti di essere Sinceri e Buoni. Mentre guardavo il padre Ugo nella bara pensavo a quanto ha desiderato Dio e quanto lo ha cercato aiutando migliaia di persone. Mi sono commosso nel percepire la sua bontà anche nel riposo ultimo e nel vedere una gran fila di persone che volevano salutarlo pregando sulla sua salma, persone di tutte le classi sociali e di tutte le età. Dal politico al campesino, dall’operaio al professore, dai lucidascarpe delle strade di Lima al Cardinale. Ha unito tutti! Quanti nomi avrà presentato impressi nel cuore il padre Ugo davanti al Signore? Quante persone nuove dobbiamo ancora incontrare nel nuovo anno? Quanti nomi ancora noi dobbiamo incidere nel nostro cuore? Quanto spazio dobbiamo preparare togliendo egoismo e pigrizia? Mi piacerebbe scrivervi il nome e la storia di ogni persona che nel 2018 grazie a voi abbiamo potuto aiutare, tutti quelli che hanno potuto ricevere la fede, i sacramenti, un lavoro, viveri, vestiti, cure, istruzione, documenti, alloggio, un consiglio, una sgridata, un gioco, un sorriso, un abbraccio o una pacca sulla spalla… un nome! Mi limito a scrivere solo i nomi dei bambini che attualmente vivono con noi: Sully e la sua bimba Tiziana Esperanza (che ieri ha fatto i primi passi decisa!), Maria, Sheyla, Coraly, Liria, Emily, Maria Nieves (nata il 5 agosto e anche lei arrivata senza nome), Chuno (il ragazzo con la sindrome di Down senza storia…)… e domani accoglieremo la nuova bimba, non come un peso ma come un regalo di Dio. Nella grande città di Pucallpa quello che noi facciamo è proprio un puntino, ma cerchiamo in qualche modo di annunciare la Verità che Gesù è venuto a testimoniare 2018 anni fa nella fragilità e vulnerabilità di un vero bambino che ha sofferto, sudato, pianto, riso, lavorato, che si è commosso, si è sporcato, si è infastidito… che si è lasciato uccidere senza finte o controfigure, solo per Amore. Credo che la priorità a Pucallpa, come in tutte le missioni del mondo, sia formare uomini autentici e liberi, aiutandoli ad ascoltare la voce del Padre di Tutti, che chiama ognuno per nome. Uomini con un cuore grande, che non si vendano e non si facciano imbrogliare dalle false mode del mondo, dalle luci attraenti dei soldi, dei cellulari, dalle droghe e da tutti i tipi di vizi che schiavizzano senza pietà. Questo è quello che cerchiamo di fare con l’oratorio, con la scuola di falegnameria, mandando i ragazzi nelle altre case di don Bosco fuori Pucallpa, nella cooperativa di artigiani artisti del legno, nella squadra di calcio e in tutte le altre attività della parrocchia. È fatica ma non molliamo. Un frutto bello di questi anni è il Gruppo della Carità, formato da ragazzi che si trovano per fare campi di lavoro per mandare i soldi guadagnati a Chimbote e realizzare il sogno di padre Ugo degli asili. Credo che una persona è veramente libera quando è felice e serena di sporcarsi e sudare per il bene degli altri, quando è contenta di impoverirsi di qualcosa per arricchire altri, quando respira regalando. GRAZIE per essere persone libere che aiutate a liberare. Vi auguro un Santo Natale autentico, senza maschere e imitazioni e un 2019 senza paure, ansie, ma aperti ed attenti ad ogni novità che la fantasia di Dio mette sul nostro cammino. Il padre Ugo come don Bosco faceva sentire ognuno voluto bene in modo unico. Pregate perché anch’io impari a voler bene veramente senza distrazioni.

Vi ricordo sempre nelle mie preghiere, con tanto bene e stima grande, vostro  padre Massimo

Il giorno dopo aver scritto la lettera padre Massimo è andato in ospedale per prendere la nuova bimba! Le hanno già dato un nome: si chiamerà GUADALUPE.


Pucallpa 9 dicembre 2017

(San Juan Diego de Guadalupe, 21 anni che è morto mio papà)                                                                                                                                                                                                                                                                            Carissimi e stimati amici, vi penso al freddo dell’Italia mentre io sudo stando seduto con la penna in mano. Oramai è da più di un anno che sono rientrato in Perù, un anno in cui ancora costantemente avete regalato tanto alla missione di Pucallpa. Nel gelo e nell’afa del 2017: quanto lavoro? Quanti calli? Quanto tempo? Quanti mal di schiena? Quante energie? Quante spese? Ma si può quantificare l’AMORE? Per fortuna NO! Buona notizia sapere che l’AMORE è invisibile, non si può misurare, pesare, incasellare, spiegare, fotografare o analizzare nemmeno dal più grande e famoso psicologo, sociologo o tuttologo. Pensate se si potesse veramente fotografare l’anima, l’Amore, che triste sarebbe. Subito sporcheremmo mercificando e banalizzando tutto e tutti come già si fa con il corpo visibile. Grazie a Dio che esistono realtà invisibili che si possono conservare pure e che esistono domande a cui non si può rispondere. Per esempio: “Quanto bene ha fatto all’Umanità la nascita di questo bambino povero, nell’anno 0, in una stalla di Betlemme?”.  Quante persone  semplici e comuni in questi 2017 anni grazie a Lui hanno preso sul serio l’Amore, cominciando dai pastori sporchi e stanchi arrivando fino a voi, tante volte sfiniti per aiutare chi amate e la missione di Pucallpa. Se è vero che l’Amore è incalcolabile ed invisibile è vero anche che si può annusare subito dove manca. In questi giorni di inizio Avvento, nel pensare ai propositi da far fare ai ragazzi e alla gente della parrocchia San Giovanni Bosco mi frullava in testa questa frase: “Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di DIO? Figlioli non amiamo a parole né con la lingua ma coi fatti e nella Verità” (1°Giovanni 3.17-18). Io per fortuna ho tanti amici come voi che durante l’anno hanno realizzato tanti “fatti”!! anche il Santo Natale è un fatto storico, vero: “E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che Padre ha mandato il suo figlio come salvatore del mondo”. È un fatto che i pastori sono andati ad adorarlo concretamente, non virtualmente o con il sentimento. Alcuni Magi hanno speso tempo nel ricercarlo e gli hanno regalato le loro ricchezze di questo mondo per adorarlo. Dopo 2017 anni GESU’ si nasconde ancora in chi ha il cuore nel dolore, in chi dobbiamo amare, aiutare, accompagnare. Non è uno scherzo, anzi: “Chi dunque sa fare il bene e non lo compie commette peccato” (Giacomo 4.17). Così credo che tutti, in particolare in queste feste di Natale dobbiamo ringraziare chi ci aiuta e chi ci ha aiutato fin da piccoli a compiere il bene che possiamo fare, evitandoci di peccare. Con questa lettera io ringrazio moltissimo tutti voi che con la vostra costanza mi stimolate a compiere il bene. Anche il compito della missione di Pucallpa è quello di educare a fare il bene, non a frenarlo o solo a farlo. Frenare il bene è andare contro il sogno di Dio che vuole vedere i propri figli realizzati nell’Amore. Pochi giorni fa è arrivata in parrocchia, mandata dal giudice, una ragazzina di 13 anni che si chiama Sully, con un bel velo azzurro in testa, accompagnata da una “commissione” di esperti chiedendoci di accoglierla perché non possono metterla nell’orfanotrofio della città e non ci sono altri posti dove possa essere accolta visto che è in stato di gravidanza di 3 mesi. Cosa fare? Siamo già pieni, senza forze e con la cassa in rosso. Apro o chiudo il cuore? Diciamo di sì! Il giorno dopo ho chiesto ad un benefattore di Pucallpa di regalarmi dei soldi per fare le analisi e l’ecografia ed abbiamo scoperto che aspetta una bella bambina di sette mesi pieni. Nascerà la prima settimana di febbraio e se tutto procede bene forse la bambina (della bambina) si chiamerà Ester Maria. Oggi è anche arrivato Marcial, un signore di 57 anni che si sta curando per la tubercolosi. L’assistente sociale dell’ospedale ci ha chiesto se potevamo riceverlo non essendoci un’altra alternativa. È magrissimo. Così in tutto quest’anno abbiamo cercato di aiutare chi ci ha chiesto una mano, di accogliere, ospitare, far studiare, educare, curare, dar lavoro, dare i sacramenti, la Buona Notizia…. Insomma cercato di Amare tutti. Spesso si rimane senza tempo, senza energie, senza forze, senza soldi e viveri ma sarebbe sbagliato chiudere il cuore e la porta. Possiamo farlo grazie a voi e anche grazie alle persone di Pucallpa che in questi anni hanno imparato a fare il bene grazie alla vostra costanza. Vi assicuro che però non sempre è facile. A volte manca la terra sotti i piedi e si può camminare solo grazie al fatto che questo bambino è nato per salvarci da questo vuoto che spesso sentiamo e dalle nostre false sicurezze su cui i nostri piedi sembrano poggiarsi comodi e tranquilli. Vi  faccio gli auguri e i ringraziamenti anche da parte dei bambini che vivono nella casa Barcoiris, ben guidata da Gabriele e Shirley: Betzy, Emily, Alex, Liria e la piccola Marcia che per Natale ritornerà da sua mamma… pensate che quando l’ho battezzata d’emergenza aveva 3 di emoglobina… dopo una trasfusione, poco a poco si è ripresa. Era molto denutrita; la gemellina Alexa ora è in cielo perché non era riuscita a recuperarsi dalla pellagra. La mamma non poteva curare Marcia e così l’abbiamo fatto noi da agosto fino ad oggi. Speriamo, ritornando a casa sua, non faccia una ricaduta. Auguri anche dai ragazzi che vivono in parrocchia, che per vari motivi non possono andare alla casa Barcoiris. Ciuno (un ragazzo con la sindrome di Down che ci ha mandato il giudice di cui non si sa niente, senza documenti e senza storia), Sully che già conoscete, Coraly, Lucito, Edinson… ragazzini che attualmente segue la Tiziana, che vivono con me e il Padre Alex che con la sua carrozzella vorrebbe volare. Un sacerdote di 31 anni che lavora più di 3 preti che camminano. Segue una comunità vicina con molto impegno ed è molto attento ai poveri malati e ai giovani. Auguri dai falegnami sempre più precisi e veloci nel lavorare il legno. Dagli oratoriani, pochi ma fedeli… dai ragazzi e assistenti del taller. Auguri anche da parte di tutti i bambini e ragazzi che quest’anno sono stati iscritti nella squadra ufficiale di calcio. Auguri anche dalle due nuove comunità che abbiamo seguito quest’anno sul fiume Pachitea: Tournavista e Honoria, dove stiamo finendo una chiesa che avevano cominciato a costruire 12 anni fa! Auguri e ringraziamenti da chi grazie a voi è stato sepolto degnamente e un giorno nel cielo potremo rincontrare. Bello sarebbe se quando moriamo ci venissero incontro tanti poveri, malati, bambini, vecchi che abbiamo accompagnato all’ultimo viaggio. Proprio oggi sono 21 anni che è morto mio papà e lo ricordo come se fosse ieri… mi dà pace sapere che mi ha insegnato a fare il bene. Finisco questa lettera dicendovi che il bene che avete fatto e fate è preziosissimo perché ha permesso e permette anche a tante persone di qua di farlo… senza di voi non potrebbero, rimarrebbe un vuoto e sarebbe un peccato. È una catena di bene che aumenta lentamente nel silenzio di ogni giorno, da quella notte di 2017 anni fa, quando una ragazza vergine partorisce in una stalla di Betlemme.

Buon Natale e buon 2018 a tutti voi e a tutte le persone che hanno aperto il cuore.

Un forte abbraccio,  vostro P.Massimo


Lima, 20 aprile 2017

Carissimi benefattori e amici, è da 5 mesi che sono tornato in Perù e ci tengo come sempre a ringraziarvi tanto per la vostra costanza nell’aiutarmi con le vostre preghiere, il vostro bene, il vostro lavoro, i vostri soldi, le vostre idee per far crescere e migliorare la missione di Pucallpa. La vostra costanza è importantissimo per poter aiutare seriamente le persone che hanno cominciato a fare un cammino e ancora non sono autonomi. Paragono la missione di Pucallpa a un bambino che ha compiuto 8 anni… già cammina e può svolgere dei compiti, ma è pur sempre un bambino e dipende dai grandi che gli vogliono bene… senza dimenticarci che anche da adulti dobbiamo sempre fare lo sforzo di diventare bambini… e un bambino dipende, un bambino chiede sempre senza paura di perdere la fama di “uomo che non deve chiedere mai”. Credo sia bello che tutti possiamo avere la serenità di chiedere a DIO e alle persone buone ciò di cui abbiamo bisogno e allo stesso tempo essere persone a cui altri possano chiedere con serenità aiuto concreto, comprensione, amore, pace, ascolto. Credo sia un’utopia un mondo pieno di serenità dove tutti cominciano a dare a chi non ha; a dare beni, soldi, una famiglia… Una doppia utopia un mondo dove tutti sappiano ricevere amore senza superbia, senza credersi indispensabili, non bisognosi degli altri… non bisognosi di DIO. Un’utopia alla quale dobbiamo tendere e lottare per realizzarla, almeno attorno a noi. Credo proprio che DIO si nasconda in chi chiede. È una riflessione che volevo farvi fin da Natale in una lettera incompiuta lasciata sulla mia scrivania. Durante l’Avvento mi era rimasta in mente la frase di un uomo a cui avevo detto che la sua amante aspettava un figlio da lui, mi aveva risposto: “Che si arrangi lei con quel bastardo, non è mio!”. Sono  rimasto malissimo al sentire una frase così cattiva, anche perché quell’uomo era il vero papà di quel bambino che ora è nato ed è bellissimo; un bel bambino che ora ha riconosciuto e che mantiene in qualche modo. Ho pensato subito al nostro amato Gesù che dal momento in cui si stava formando nel ventre di sua madre, la prima impressione della gente su di lui è stata: è un bastardo, uno sbaglio, una grossa grana… esattamente come tanti bambini nati a Pucallpa e in tutto il mondo; bambini che poi sono nati, bambini gettati tra la spazzatura o tra i rifiuti organici di tante cliniche di lusso. Mi sono messo nei panni di S. Giuseppe che nel pensare a Maria sporcata, diversa da quello che credeva rimane deluso e triste. Una delusione che accetta e alla quale non reagisce con odio, così da poter ascoltare la voce interiore della verità e andare oltre le apparenze. Così la notizia più brutta diventa la più bella! Poi Gesù si nasconde in un rifugiato in Egitto, in un artigiano agricoltore di Nazaret, si nasconde tra la fila di peccatori che cercavano il perdono di Giovanni il Battista… si nasconde fra le folle di poveri… si nasconde in un servo che lava i piedi, si nasconde in un maledetto appeso alla croce. Anche dopo la Risurrezione lo scambiano per uno straniero, per il giardiniere del sepolcro. Si nasconde nelle nostre comunità limitate e peccatrici, nella Chiesa santa e peccatrice… si nasconde in un poco di pane e vino. Ho chiaro che noi uomini vogliamo farci vedere sempre di più di quello che siamo, nascondere i nostri errori e peccati, mettere delle maschere, trovare strategie per apparire migliori, mentre il nostro DIO ha fatto di tutto per apparire un povero uomo, limitato e bisognoso. In parrocchia adesso abbiamo la casa “BarcoIris”, dove accogliamo i bambini che non hanno genitori o hanno situazioni difficili. Bambini che hanno un bisogno grande di amore e di essere voluti bene così come sono: capricciosi, bugiardi, inquieti, pigri, gelosi, ladri… con tutti i loro traumi che purtroppo si porteranno nella tomba. C’è un bambino che si chiama Alonzo che alla domanda del giudice su chi era suo papà ha risposto dopo un lungo silenzio: “Babbo Natale!” e poi si è bloccato. Un altro che si chiama Josè ogni giorno chiede a tutti: “Ma chi è mio papà?”. Spero che un giorno con il nostro bene riusciremo a fargli entrare nel cuore ciò che dice Gesù: “…dalla carne nasce solo la carne, dallo spirito nasce lo spirito”, che siamo tutti figli di DIO che è PADRE, che è AMORE. Avete voi una notizia più bella da dare? Avete una risposta migliore? Scrivetemela per favore. In questi giorni sono arrivati 5 ragazzi e 1 bambina vittime di tratta; un signore li ha praticamente rapiti con l’inganno e li faceva lavorare senza pagarli, tenendoli in pessime condizioni. Uno di loro ha la tubercolosi, un altro ha la sindrome di Dawn (molto buono e tranquillo). Tutti senza documenti. La bambina non sa nemmeno scrivere il suo nome o leggere i numeri a 11 anni. Il giudice ha detto che staranno da noi provvisoriamente, mentre cercano qualche loro familiare. Non avevano un altro posto dove essere accolti. Se penso umanamente chiuderei tutto subito perché non tornano i conti; se penso secondo il Vangelo e con il cuore dico che anche la nostra presenza su questa terra è provvisoria e ogni giorno va vissuto al meglio. Così cerchiamo di dare il meglio a questi bambini, con tutti i nostri limiti. In parrocchia continuiamo con l’oratorio dal quale, se si fa bene, si riescono a scoprile tante vocazioni nei ragazzi. Quest’anno abbiamo preparato 66 bambini alla Prima Comunione, ed è stato proprio bello. I falegnami che lavorano in una piccola cooperativa all’interno della parrocchia migliorano sempre e il loro lavoro viene molto apprezzato. Ora abbiamo anche uno scultore di Chacas che aiuta e fa dei corsi per insegnare l’arte della scultura in legno. Aiutiamo sempre tanti malati ogni settimana ed è sempre difficile dire di no, soprattutto sapendo che a volte con una piccola operazione una persona può tornare a camminare, vedere, lavorare…C’è anche una squadra di calcio che aiuta tanto i ragazzi a mettersi in riga, li educa… Vincono spesso, e c’è anche chi fa carriera, ma ogni volta che devo spendere soldi per lo sport mi vengono i rimorsi… Voglio poi condividere con voi la soddisfazione di aver visto alcuni ragazzi di Pucallpa studiare nelle nostre case di Don Bosco sulle Ande per 5 anni e adesso lavorare come professori o assistenti a Chimbote, Quivilla, con i disabili a S.Luis… E’ bello vedere che dei ragazzi che sono stati aiutati ora aiutano ad educare altri e possono vivere guadagnandosi dignitosamente il pane quotidiano. Avrei tanto da raccontarvi e tanto da ringraziarvi ma mi fermo qui sapendo che ci sono in Italia Claudia e Gabriele che possono raccontare dal vivo come procede la missione di Pucallpa. Grazie ancora di cuore a tutti per quello che avete fatto, fate e farete per i poveri. Vi auguro una felice Pasqua di risurrezione; tutti abbiamo bisogno sempre di risorgere e di togliere la pesante pietra in qualche aspetto della nostra vita! Alla fine conta solo AMARE, fare il bene, regalare… il resto sono pietre inutili.

Grazie ancora, con tanto tanto bene e stima grande, vostro p.Massimo


Pucallpa 09-04-2015

Cari tutti,

[….]  Io di salute sono in recupero. L’anno scorso il venerdì santo ero a letto steso. Quest’anno ho resistito, anche se la Settimana Santa mi ha sfinito fra messe, processioni, confessioni… bambini della prima Comunione, lavori…. Siamo in 20 preti per 500.000 persone (non tutte cattoliche certamente), ma ci vorrebbero tante più energie per ascoltare e aiutare i ragazzi, la gente, i poveri… Non vedo inutile ciò che si fa, anzi è utilissimo e andrebbe fatto di più ancora. Sapete già che il Vescovo ha deciso di inaugurare la chiesa nuova (solo la struttura ma con il tetto, finalmente!) il 16 agosto (200 anni dalla nascita di don Bosco). Si è gasato e ha già avvisato Lima, i salesiani, tutti i preti di Pucallpa. Io gli ho detto che farò il possibile, sa anche lui che gli imprevisti a Pucallpa sono più dei previsti. Qui in parrocchia ho dovuto accogliere anche i ragazzi delle 2 promozioni del tallel che costituiscono una cooperativa; sono in 18. Per fortuna che Maurizio è in gamba, ci stimiamo a vicenda. Lui viene da Chacas, è un figlio del p.Ugo. In parrocchia ora a vivere ci sono 5 bambine e 2 universitarie, 4 ragazzini e 1 seminarista (Alex, bravo, quest’anno diventa diacono), Maurizio e 10 ragazzi della cooperativa, 1 vecchietto con tumore allo stomaco che vive nell’infermeria, una famiglia che vive sopra l’infermeria. Poi 2 famiglie nella casa che ho comprato dove abbiamo fatto il pozzo per la gente (Ever e Gabriella con la figlia Eveling, sono due disabili. Poi Flor con altre 4 persone, tra cui Hugo con ritardi. La grande struttura che accoglierà l’asilo, il dopo scuola e altre attività, che abbiamo costruito in parrocchia è stata ultimata, stiamo facendo le rifiniture. Anche se incompleta è già stata usata da più di 100 bambini nelle vacanze (da gennaio a fine marzo). Stiamo preparando 43 bambini alle Prime Comunioni. Sono gasati e attenti, anche se alcuni catechisti a volte mi lasciano a piedi, persi dietro il mondo. Il 3 maggio riceveranno la Prima Comunione e poi inizieranno l’oratorio. A volte non ho respiro, però ringrazio il Signore di darmi un po’ più di energia. Vi chiedo di pregare tanto per me, che sia sereno e saggio per capire come aiutare le persone nel migliore dei modi.

Saluti a tutti               Con tanto bene e stima.                P.Massimo


14 dicembre 2014

Cari AMICI, mentre vi scrivo questi auguri di Natale ho davanti ai miei occhi sulla scrivania una statuetta di Gesù Bambino nella paglia. Mi commuove sempre il fatto che Gesù sia stato deposto in una mangiatoia per animali. Prendo in mano il Vangelo e mi sorprendo che per ben 3 volte S.Luca ribadisce che è stato deposto in una mangiatoia. Dio si fa uomo e i primi giorni nel nostro mondo (che poi è suo) li ha vissuti nel posto dove mangiano gli animali!! Gesù poi si fa pane per farsi mangiare da noi uomini che spesso siamo più irrazionali e cattivi degli animali nel nostro agire sul pianeta terra. Gli animali non producono armi e bombe atomiche, non producono droghe che portano morte fra i più deboli, non fanno riviste e spettacoli pornografici, non giocano con la vita e i sentimenti… e le conosciamo tutte le grandi miserie dell’uomo, nella storia, ma anche nella nostra vita, nella nostra famiglia. Eppure Dio fa di tutto per stare con noi, per dirci che ci ama follemente ed infinitamente, con il suo amore misericordioso supera tutte le nostre miserie e brutture. Gesù, nato 2014 anni fa, è l’unica buona notizia che salva questo mondo, che salva ognuno di noi; è l’unico che ci pulisce e ci rende belli. L’augurio più bello che vi posso fare per Natale è di provare anche se solo per pochi minuti a credere di essere amati follemente da Dio, anche quando ci comportiamo peggio degli animali. Ricevendo e ridando questo “amore folle” poi tutto diventa più semplice, pulito e naturale e ritorna la vera pace anche nell’affrontare la morte, che è solo addormentarsi nelle braccia del Signore e vederlo faccia a faccia. Non possiamo neanche immaginare quanto sia bello il Paradiso!Vi auguro la pace e la tranquillità di chi si fida di chi lo ama e elimina per sempre menate e ragionamenti complicati; vi auguro di tornare bambini. Come sempre potrei scrivervi le varie attività che abbiamo svolto in missione a Pucallpa grazie a voi durante il 2014 e farvi un elenco degli aiuti che diamo nel campo della salute, dell’educazione, col lavoro, l’oratorio, il taller, la cooperativa di falegnami… Tante cose belle che cercano di dare un respiro e una speranza a tante persone povere. Preferisco però raccontarvi di alcuni episodi che mi hanno fatto sentire una grande gioia. Sempre quando vedo i ragazzi che vivono in parrocchia fare volentieri qualcosa per gli altri il mio cuore si riempie di gioia. Come Cristofer, che dopo aver ascoltato Ines, una professoressa impegnata nell’istruire i bambini più poveri della periferia di Lima, è corso nella sua stanza per regalarle i suoi vestiti per questi bambini. Anche i bambini e i ragazzi dell’oratorio sono gasati di lavorare in parrocchia per guadagnare i soldi per comprare il regalo di Natale (un materasso, un lenzuolo, una pentola e un dolce) a un povero che vive vicino a loro e che ogni gruppo ha scelto. Vedo i ragazzi più contenti nell’aiutare che nel ricevere. Sono contento che alcune persone si stanno contagiando dell’unica malattia che non finisce neppure dopo la morte del corpo: “la Carità”. Ammaliamoci tutti di questa malattia e contagiamo più persone possibili anche se ci scambiano per pazzi… Che tristezza chi ha troppi anticorpi e vuol rimanere sano. Credo che il senso della missione sia far mangiare Gesù per fare ammalare le persone di Carità. Chi non si ammala di Carità non è cristiano è egoistiano, e questa è la setta più pericolosa. La missione che voi aiutate ha il compito di formare cristiani non egoistiani. Mi domando sempre se in Europa sono più i cristiani o gli egoistiani… Volevo raccontarvi anche di Ruth Ester, una bambina che ho battezzato 4 settimane fa in fin di vita, all’ultimo grado di denutrizione, con pellagra nera. Ha 2 anni ed un peso di 5,7 kg, un mucchio di ossa, bellissima. Nonostante era in fin di vita ha voluto prendere in mano la candela accesa del battesimo.  L’abbiamo mandata subito in una clinica privata e poi l’ho affidata alle cure di Claudia di Morbegno, che la cura e la ama come una vera figlia. Giorno dopo giorno ha ripreso le forze, a camminare, a sorridere, a ballare e in questi giorni ci fa morire dal ridere quando ci vuole imitare nel fare il segno della croce. Mangerebbe in continuazione di tutto, tante persone della casa la riempiono di coccole. Ha un carattere forte e deciso, come minimo prevedo che sarà sindachessa. Dopo aver visto il miracolo della Claudia con Ruth Ester, le ho affidato anche Josè, che il pediatra ricorda come il principe dei denutriti, miracolato 4 anni fa, arrivato in parrocchia in fin di vita, con un occhio scoppiato dal tanto che stava male. Ora Josè, detto il Pirata, ha bisogno di attenzioni e cure che sua mamma per vari motivi non può dargli. Così ora Claudia fa la mamma di questi due bambini, oltre che seguire la pesante casa parrocchiale, che sembra un porto di mare. Mi commuovo quando vedo il Pirata contento di avere uno spazzolino da denti, il pigiama, i suoi giochi e quaderni. Bello anche che alcune persone che frequentano la parrocchia cominciano a collaborare ed aiutare più seriamente e costantemente (anche solo nel togliere i pidocchi ai bambini). Se dovessi chiedere un regalo per Natale chiederei soprattutto delle mamme e dei papà che diano amore a tanti bambini che purtroppo crescono senza aver mai ricevuto una carezza. Anche Gesù Bambino ha avuto una mamma e un papà adottivi che lo hanno riempito di cure e tenerezza.Mandatemi almeno 100 container di papà e 100 di vere mamme… se riuscire anche di nonni!Anche Matteo di Perugia mi sta aiutando molto nei tanti lavori da fare e nello stare con i ragazzi che già gli si sono affezionati. Claudia e Matteo sono proprio bravi a sopportare un brontolone esigente come me. Sono tutte e due un gran regalo per me a Pucallpa, così come lo siete voi tutti che lavorate duro per tanti poveri che neanche conoscete. Grazie, grazie, grazie per il vostro bene, le vostre preghiere, le vostre offerte, il vostro lavoro. Sempre vi ricordo nelle mie preghiere e chiedo al Signore che vi riempia di vera gioia, la gioia di amare concretamente e in modo disinteressato. Buon 2015! Che sia pieno di avventure belle, di entusiasmo, di voglia di vivere e di dare vita a chi ci sta vicino.

Vi voglio tanto bene e vi stimo sempre di più. Un forte abbraccio a tutti. Vostro, p. Massimo